Sciopero dei taxi in tutta Italia, ma a Cosenza non lo sanno

(scritto da me per QuiCosenza.it, tratto da un servizio fatto per AGI)

“Neanche lo sapevamo che oggi c’era uno sciopero dei tassisti, non ce lo ha detto nessuno!”.

COSENZA – A parlare è Antonio Dodaro, presidente regionale di Uritaxi, che sta per Unione di Rappresentanza Italiana dei Tassisti. Dodaro lavora, come tassista, proprio nella città dei bruzi. “A Cosenza sono rimasti solo 5 taxi, più un altro a Rende, perchè alcuni di noi sono andati in pensione – dice Dodaro – e altri hanno perso i requisiti per lavorare, visto che adesso serve anche la conoscenza delle lingue straniere”. Rintracciamo Antonio Dodaro dopo un lungo tam tam sui social network, dove in tanti (vi ringraziamo) si sono prodigati per segnalarci numeri personali di tassisti.

A Cosenza, infatti, non esiste nessuna cooperativa, nessuna associazione o società che opera nel settore. E non sembra esserci nessun numero pubblico funzionante per poter chiamare un taxi. Abbiamo cercato a lungo, sulla rete. Trovando solo numeri che sono risultati del tutto “muti”. E Dodaro ce lo conferma. “E certo, ci rubano pure i telefoni: alla stazione di Vaglio Lise l’apparecchio manca da mesi. E a piazza Matteotti, nei pressi della vecchia stazione ferroviaria, il telefono è chiuso in una colonnina di cui nessuno ha più le chiavi. E quindi squilla a vuoto”, dice Dodaro. “Lo stesso accade nei pressi del tribunale, dove il telefono resta chiuso in una colonnina a cui nessun tassista può accedere. E vi dico pure che dovrebbe esserci un altro posteggio di taxi vicino all’ospedale dell’Annunziata: il Comune ha pagato l’installazione di una colonnina super tecnologica, un totem della Telecom con un sacco di lucine, ma la fermata dei taxi non è stata mai fatta”.

I tassisti si affidano quindi al passaparola. Oppure, bisogna armarsi di pazienza ed andare a cercarli per strada. E, una volta trovati, farsi prima riaccompagnare a casa, per caricare eventuali bagagli. Gli hotel, invece, hanno dei contatti diretti con alcuni NCC, ovvero Noleggio con conducente, che vengono chiamati al bisogno. “Guardate che anche a Lamezia Terme, alla stazione ferroviaria, c’è un telefono che non funziona – dice Dodaro – e il sindaco lo sa, ma poi non si fa mai niente per noi. Siamo una categoria abbandonata da tutti”.

Dodaro si sfoga confermandoci anche che in Calabria non c’è un albo dei conducenti, “ma se poi fanno dei bandi pubblici per le licenze, ci chiedono l’iscrizione all’albo. E come si fa? Io ho la licenza dal 1996, ma non sono iscritto a nessun albo”. Infine, il nodo delle tariffe. “Noi abbiamo tutti i tassametri, ma abbiamo le tariffe del 2002. Quelle di quindici anni fa. Questo vuol dire che se io vado da Cosenza a Rende, il mio tassametro segna 13 euro. Ma se viene a Cosenza, sullo stesso percorso, l’unico tassista di Rende, il suo tassametro, con tariffa aggiornata, segna invece 23 euro – dice Dodaro – e quindi a noi non conviene, ci conviene di più metterci d’accordo prima con il cliente sul prezzo da pagare per ogni corsa”. “Vorrebbero anche farci comprare i nuovi tassametri, ma se non ci adeguano le tariffe noi non investiamo niente – dice Dodaro, amareggiato – perchè il gioco non vale la candela”. “C’è poco lavoro – sottolinea Dodaro – e per fortuna consideriamo che almeno in Calabria non esiste proprio la concorrenza di Uber”, che poi sarebbe un noleggio con conducente che è diventata la vera spina nel fianco dei tassisti “tradizionali”. “Se potessimo avere i telefoni funzionanti, sarebbe gia’ un passo avanti!”, conclude Dodaro. E forse, tutto sommato, anche con poco sforzo, gli si potrebbe dare una mano. Vero?