Ma qualcuno ha ascoltato Vandana Shiva?

Ma l’avete ascoltata, Vandana Shiva? Piombata dall’India in Italia per sferzare le nostre coscienze. Ma tutti fanno finta di non averla sentita. “La vostra terra è la madre del concetto della dieta mediterranea”, ha detto a Catanzaro, “ed Expo 2015 doveva essere il collegamento con essa e non servire a rilanciare le grandi multinazionali”. Una bella stoccata, arrivata in fondo ad una giornata dedicata alla firma di un accordo di collaborazione scientifico-culturale tra la Regione Calabria, l’Unical e i Paesi che hanno approvato il dossier Unesco sulla Dieta Mediterranea, ovvero Cipro, Croazia, Grecia, Marocco, Portogallo, Spagna e Italia. La nota attivista politica e ambientalista indiana, fiera combattente per la costruzione di un mondo meno povero, c’era. Vandana Shiva, presidente dell’Associazione Navdanya International, nel 1993 ha ricevuto il Right Livelihood Award, cioè il Premio Nobel alternativo, per il suo impegno a favore del cambiamento in tema di agricoltura ed alimentazione. E ha passato qualche giorno in Calabria, invitata dal presidente della Regione, Mario Oliverio. Nella culla della dieta mediterranea. Vandana Shiva ha sottolineato come la scelta di perseguire politiche di economia sostenibile e di biodiversità sia assolutamente positiva e vada nella direzione della democrazia, proprio in un momento in cui si subisce l’attacco del terrorismo. All’Università della Calabria ha anche tenuto una lectio magistralis. “Il cibo è fondamento della nostra essenza, convivialità e socializzazione, noi siamo quello che mangiamo e, dunque, è importante sempre pensare a ciò che introduciamo nel nostro corpo”. Ha esordito così. E poi ha descritto i benefici della dieta mediterranea, soffermandosi sull’importanza di questo “modello” nutrizionale capace d’innescare “una cultura di ricchezza e benessere che sfrutti appieno le potenzialità derivanti dalla diversità”. Ha riproposto poi le ragioni di una delle sue battaglie storiche: quella contro gli Ogm. “Saranno la rovina dei piccoli coltivatori. E’ la biodiversità, invece, lo strumento capace di battere la fame”, ha sostenuto, “senza instaurare una terribile e insostenibile dittatura dei semi modificati. Bisogna plaudire ad esempi come quello del Vermont, che è il primo Stato Usa ad introdurre l’obbligo di etichettatura degli alimenti contenenti Ogm”. E ha citato come probabili cause di molti casi di autismo proprio la cattiva alimentazione. E la biodiversità puo’ essere la salvezza. “Abbiamo due possibilità: la prima è quella di andare alla deriva e seguire la strada che porta ad elementi negativi, come quella che il mondo sta seguendo; dall’altra parte, invece, possiamo abbracciare il concetto di biodiversità ed unirci per risolvere i problemi ed i disagi nell’Europa e nel mondo”. Parole semplici. Parole sagge. Ma i saggi, si sa, non li ascolta mai nessuno. Pinocchio insegna.