Ad ognuno il giusto insulto

Interessante: in Lombardia un arbitro di origini marocchine ha chiamato “terrone di merda” un tifoso napoletano. Confermando di fatto che l’integrazione in Italia può avvenire. Eccome! E stabilendo che l’insulto in questione è legato strettamente alla provenienza territoriale non da un Sud generico, ma precisamente dal Sud dell’Italia. Ergo, per analogia, “polentone” può dunque essere appioppato non a qualsivoglia abitante di un Nord generico, ma solo del Nord italiano. Si può quindi affermare che, pur nella totale e imperante globalizzazione, l’insulto resta confinato in un ambito di area ristretta. Dovendo quindi trovarsi diversi epiteti per insultare gli appartenenti a popolazioni straniere. Una sorta di implicita legittimazione, quindi, dell’uso, purtroppo ancora diffuso, di fraseologia come “sporco negro” o “muso giallo”. Ecco, in questo mondo che va al rovescio mancava giusto quest’ultima precisazione: che ognuno ha diritto al suo preciso insulto. Ora sì che ce ne possiamo dire di tutti i colori! Liberamente. Ma con precisione. Informiamoci prima della giusta provenienza. E studiamo l’insulto esatto. Mi raccomando.